(copertina D156, Molteni)
Se dovessi scegliere una persona nel mondo del design con cui trascorrere un’ora di tempo opterei per lui. Non so cosa gli direi, probabilmente lo ascolterei in silenzio, o forse gli chiederei come è riuscito a rendere fluido ogni spazio domestico progettato e attuale ognuno degli oggetti che ha disegnato.
Con così tanta naturalezza Giovanni Ponti, precursore della modernità, si distingue per il suo valore unico che è racchiuso nel suo essere poliedrico, nel guardare oltre la forma, nel superare gli standard soliti di quegli anni, nell’essere dinamico e creativo. Partiamo dall’inizio, dalla sua prima grande esperienza lavorativa per Richard Ginori, azienda leader nella produzione di ceramica, che ha segnato il superamento della visione di architettura come semplice creazione di edifici in una più creativa. La sua peculiarità sta nell’affrontare il progetto d’interni in maniera diretta, con un’attenzione estrema per il dettaglio, che esclude il rigore a favore di un calore quasi innato. La sua cura sartoriale è alla base dei suoi lavori.
La sua carriera è intrisa di design, basti guardare alcune abitazioni, come quella di via Randaccio o di via Dezza, punto d’arrivo e sinonimo d’eccellenza, per comprenderne i principi, strettamente connessi al mondo del design domestico.
Via Randaccio
Fu la prima che disegnò per la sua famiglia, nel 1925, assieme a Emilio Lancia, esponente dell’architettura fascista. Le facciate mi ricordano il sottotitolo del suo famoso saggio, “Amate l’architettura. L’architettura è un cristallo“. La decorazione è leggera e allungata, d’ispirazione classica ma con riquadri rigorosi, nicchie ed obelischi, mentre gli interni sono dilatati, ricchi di coni prospettici e di intersezioni di percorsi non casuali.
Gabriele Basilico| Ordine architetti Milano
Via Dezza
Per Gio Ponti la casa deve rispondere alle esigenze di chi la vive ma essere anche flessibile, ossia capace di variare a seconda delle funzioni che si svolgono in ogni specifico spazio: tendaggi, pareti a soffietto e pannellature mobili fluttuano negli spazi su guide, per delimitare stanze, o aprirsi su un ambiente unico.
La sua capacità di rendere accogliente ogni stanza è chiara in questa abitazione, e si evince dall’utilizzo di texture, tessuti e incroci di materiali a trama differenti che tendono un fil-rouge che unifica l’intera abitazione.
Archivi Archivi Gio Ponti
Archivi Gio Ponti
Archivi Gio ponti
La sua carriera
1923-1930 Direttore artistico Richard Ginori
1927 Disegna per Domus Nova una serie di arredi, attirando l’attenzione de La Rinascente che decide di esporli nel suo magazzino milanese per mostrare il modello abitativo destinato alla media borghesia
1928 fonda Domus, la famosa rivista di architettura e design
1930 Disegna scenografie e costumi per il Teatro della Scala
1933 Direttore creativo FontanaArte, creando tavoli e lampade
1957 Disegna la Superleggera, prodotta da Cassina
1958 Realizza il grattacielo Pirelli a Milano
Ma adesso veniamo al dunque, ai suoi pezzi migliori, quelli più belli che a mio parere non si possono scordare.
Tavolo D859, Molteni
Molteni
Inizio da un grande pezzo, maestoso ma allo stesso tempo leggero.
La sua raffinatezza non è racchiusa solo nella forma, ma anche nella scelta dei materiali, della gamma colore. Frassino massello per la struttura ed il piano, ottone per i puntali finali delle gambe. Le dimensioni originali definiscono un tavolo molto grande, oltre 3,6 mt di lunghezza, ma oggi è in produzione anche una taglia più piccola.
Il motivo della sua maestosità sta nella sua funzione: è stato infatti disegnato nel 1959 per le conferenze che avevano luogo nell’auditorium annesso al Time & Life building di New York. Spicca tra il resto degli arredi non solo per la sua grandezza, ma soprattutto per la silhouette leggera ed essenziale. Guardandolo da lontano appare come un ponte dalle linee assottigliate.
Molteni
669 Superleggera, Cassina
Nowarc
Concepita per un uso comune, come “semplice” sedia economica, è oggi un vero gioiello esclusivo da collezione, da tenere ben stretto! Simbolo di eccellenza del design italiano è spesso inserita in spazi più raffinati e classici, ma anche moderni e nordici.
Si solleva con un dito, come dimostrava il bambino simbolo del manifesto pubblicitario del 1957. Il suo peso è di 1.700 grammi, merito della sottile sezione triangolare della struttura e dalla seduta in canna d’india intrecciata.
Oggi è prodotta in molteplici varianti, come il frassino naturale a poro aperto per la struttura e pelle o tessuto sfoderabile per la seduta.
Esperiri|Living Corriere
24, Fontana Arte
Fontana Arte
A materializzare i 300 chili di sfera della versione XXL sono gli undici dischi circolari in vetro trasparente, distanziati dal corpo centrale e rifiniti dalle chiusure in ottone cromato.
Ponti sviscera il tema della leggerezza, strettamente connessa all’effetto del cristallo, e lo sviluppa su due forme geometriche pure e semplici: la sfera, sotto forma di silhouette, ed il cilindro centrale luminoso.
Homelook
Tessuti
Gio Ponti store
L’amore per le arti figurative e la passione per i dettagli e le antiche lavorazioni dei filati hanno portato Gio Ponti a disegnare diversi tessili, dal semplice cotone ai pregiati velluti e damaschi. Presentati alla Biennale del 1934, reinterpretano le sue forme preferite, semplici e geometriche, che vengono attualizzate in una fitta sequenza di bolli sfalsati e nei grafismi che incidono le superfici vellutate.
Tende, divani e tappeti ripercorrono i colori di una volta, diventando vintage nella casa contemporanea.
Centrotavola, Sambonet
Via Garibaldi 12
“Un’architettura e’ davvero bella se e’ bella ancora cinquant’anni dopo che sorse” diceva Ponti. Ma se oggi potesse vedere coi suoi occhi una casa italiana medio borghese sarebbe felice comunque dell’attualità dei suoi oggetti di design, del suo centrotavola, che sembra essere disegnato per la casa moderna di oggi.
Mi è tornato in mente questo oggetto di recente, visitando il bellissimo negozio di design della mia città Via Garibaldi 12 (L I N K ), così non ho potuto escluderlo dalla mia lista.
L’utilizzo che se ne può fare non è solo quello per cui è stato realizzato. Nasce come centrotavola, ma la sua forma lo rende un perfetto nascondiglio per qualsiasi oggetto, una coppa da dessert, uno svuotatasche oppure un semplice elemento di decoro.
Sambonet
Libreria D357, Molteni
Molteni
Disegnata nel 1957 per casa Ponti in via Dezza, è impalpabile, leggera e delicata come una torre di carta. E’ stata prodotta sulla base dei suoi disegni, in multistrato sagomato con rivestimento in olmo, rigorosamente bianca. Esiste la versione sospesa oppure da terra, con o senza specchiera.
Casa Via Dezza
Molteni
Bilia
Fontana Arte
Somiglia a un giocattolo, prima ancora di essere una lampada. La sua ironia si traduce nella contrapposizione di due forme semplici impreziosite dall’opacità dei materiali opachi. La sfera luminosa è posata in apparente equilibrio alla base conica, per un’illuminazione diffusa.
Fontana Arte
Vassoio
Gubi
Anche qui, come nella libreria bianca, è protagonista la leggerezza, in veste di una lama d’acciaio che viene piegata in maniera precisa per ricavare ai lati i due manici, identici ma asimmetrici.
Riprende uno dei suoi principi lavorativi, quello della flessibilità, dell’adattabilità: pur la sua originale funzione sia quella di trasportare, la sua natura lo rende un perfetto piano d’appoggio, utilizzabile in qualunque spazio della casa.
Gubi
F.A.33, Gubi
Gubi
Ci sono oggetti che non hanno bisogno di nient’altro che di una parete. E’ il caso di Gubi, disegnato per casa Randaccio, oggi icona di stile. La sua forma sinuosa ed elegante, impreziosita da una cornice in ottone, lo rende un oggetto d’ispirazione neoclassica, modernizzato dalla purezza delle linee essenziali.
Hive Modern
Rubinetto, Mamoli
Mamoli
Era il 1953 quando Ponti progettò il rubinetto con maniglia a forma di stella, rigorosamente a tre punte per rendere l’impugnatura particolarmente ergonomica ed essere manovrata con sole tre dita. Venne subito soprannominato L’angolo ‘pontiano’, per via delle due linee che si intersecano sui tre settori del cerchio delineando una pulita sagoma . La serie è classica, a tre fori, con vitoni ceramici tipici degli anni Cinquanta: anche nell’idraulica si concretizza il connubio tra decorazione tradizionale e gusto contemporaneo, per un oggetto davvero senza tempo.
La serie è disponibile in oro 24 carati a spessore o in ottone spazzolato.
Living RCS| Mamoli
A me piace ricordarlo con la sua affermazione più semplice: “Torniamo alle sedie-sedie, alle case-case, alle opere senza etichetta, senza aggettivi, alle cose giuste, vere, naturali, semplici e spontanee.”