Chissà se Walter Gropius avrebbe immaginato una celebrazione mondiale per il suo movimento. Chiuso nel 1933 dalla pressione nazista, che lo riteneva centro di diffusione di un’arte “degenerata”, il Bauhaus ha originato moltissimi esempi d’eccellenza che toccano non solo il mondo dell’architettura, ma anche quello dell’arte e del design.
Il principio guida era ritrovare il senso estetico dimenticato con la produzione industriale. Si voleva delineare una figura professionale nuova, a metà tra l’artista ed il progettista, poliedrica.
L’architettura
Era la priorità, il centro in cui confluivano tutte le arti: la pittura, la scultura, il teatro e la scenografia.
L’edificio più importante fu la scuola Dessau, che tutti riconosciamo dalla scritta verticale in facciata, che vide alla cattedra eccellenze senza tempo come Adolf Mayer e Ludwing Mies van der Rohe
L’arte
La bellezza del Bauhaus sta nella specializzazione, nell’inerzia tra figure professionali che hanno condiviso gli stessi obiettivi attraverso mestieri differenti. Artisti vennero chiamati all’appello per discutere sull’equilibrio generato da rapporti di forma e colore. Ogni settore che indagava il bauhaus diveniva precursore di una duplice disciplina, sperimentando la scenografia, e l’arte.
Costumi di scena di uno spettacolo teatrale di Schlemmer. Balletto triadico.
Uno dei più grandi artisti ingaggiati da Gropius fu Oskar Schlemmer: pittore, scultore e muralista, disegnò molte scenografie che interpretavano lo spirito ed il dinamismo di quell’epoca.
I maggiori esponenti artistici erano i grandi artisti passati alla storia, come Kandinskij, Paul Klee e Laszlo Moholy-Nagy.
Il design e l’interior
I prodotti che oggi ritroviamo in molti interni attuali hanno segnato un’epoca moderna. In termini di funzionalità, semplicità e quotidianità, viste sotto l’onda di un’industrializzazione attenta alla cura dei dettagli e della materia, per prodotti di qualità e di uso quotidiano.
Model B3 chair, Marcel Breuer
La MR di Mies van der Rohe, prodotta da Knoll
La Chaise longue LC4 di Le Corbusier, Jeanneret e Perriand per Cassina, definita” la macchina per il risposo”
L’iconica zig-zag di Rietveld
L’interno dell’appartamento di Andrea Notaro e Serena D’Antuono a Milano.
Gli arredi erano sviluppati su forme geometriche, come il quadrato, il rettangolo, il cerchio e il triangolo. Basti guardare l’ufficio di Walter Gropius a Weimar dove ogni sagoma rimanda al quadrato, oppure ancora alla casa di Marcek Breuer, oggi estesa con una struttura in acciaio e vetro dall’architetto Toshiko Mori.
Ufficio di Walter Gropius a Weimar
Se oggi parliamo di industrial design, strettamente connesso all’architettura d’interni, è solo grazie al Bauhaus, che oggi ritorna con la necessita di confrontarsi nuovamente in un mondo che cambia rapidamente.